[…segue]
“Tu… sei Garco!”
Calia tremò nella sua voce appena risvegliata dal mutismo di dodici anni.
“Si. E tu sei la Calia per la quale io sono qui, e Ramon ha perso la vita. ”
“Maledetto mostro!”
Calia cercò con gli occhi e poi con le mani il fucile che aveva lasciato vicino a Ramon, ma nell’istante in cui si lanciò su di esso per prenderlo Garco, con una velocità inumana, lo afferrò spezzandolo.
“Questo non serve. Ascoltami Calia, non sono qui per farti del male, e non sono quello che tu credi io sia. Odio… odiavo, quel codardo di Ramon, ma non sono la causa di tutto questo. I Tre Saggi mi hanno mandato qui per proteggerti ed accompagnarti nel viaggio verso la radura. Loro sanno, conoscono tutto, ed è da anni che cercano di trovare il modo di rimediare all’infinita sofferenza che ti hanno inflitto. Io sono solo un messaggero, ed un guerriero al servizio della comunità e dei Tre Anziani che la guidano. Ti porto le loro scuse, a nome di tutta la comunità. Sei stata la vittima del loro egoismo e del ricatto che il Male gli ha proposto, ma loro hanno agito per il bene di tutti gli altri: saremmo tutti morti se non ti avessero concesso alle forze che chiedevano che tu fossi imprigionata nel villaggio. Il tuo caro Ramon e tu stessa Calia, non sareste qui, ora. Anche se lui non esiste più, ha avuto l’opportunità di vivere una vita che non avrebbe mai attraversato. Ha potuto dirti che ti ama. Beh, non era un mistero, Calia. Lui ti ha sempre amato, non è così?”
Quella domanda alla fine di quella inaspettata rivelazione gelò il sangue bollente di rabbia e sospetto della ragazza sordomuta che ora parlava ed udiva. Il tono di quella domanda era diabolico, penetrante come un cuneo di ghiaccio nel cuore, ed aveva disarmanti significati nascosti che Calia non comprendeva se fossero davvero esistenti o se fosse il suo spirito, distrutto dai nuovi e dai vecchi sensi, a renderli reali alla sua mente confusa. Nel tempo di quei magici accadimenti, di un dolore ed una rabbia che scalavano i destini di ogni uomo mai esistito, il dubbio che la comunità potesse cercare la redenzione non riusciva neanche a graffiare via qualcosa di quell’odio verso chi l’aveva uccisa lasciandola in vita. Eppure sarebbe stato davvero bello poter cominciare a ritrovare la fiducia in qualcuno, quando l’unica persona di cui si fidava era morta; poter sentire di nuovo l’affetto di una famiglia.
Ma Calia non poteva dimenticare che quell’affetto di cui sentiva così tanto la mancanza, quello che solo la sua famiglia le aveva dato, era stato spazzato via dalla comunità che ora Garco descriveva come anelante al suo perdono, in uno slancio d’amore verso la ragazza che avevano abbandonato, picchiato e ingiuriato, per salvarsi da un destino di morte. Tuttavia, sommersa dalle sensazioni, in un istante di orribile consapevolezza, Calia si chiese se al posto loro lei avrebbe agito diversamente. Fu solo un lampo. Se fosse durato di più, quel pensiero l’avrebbe schiacciata come non erano riusciti i cinghiali poco prima. Forse non per un semplice caso.
“Che lui mi amasse o meno non ti riguarda.”
Le parole, nate da quella bocca inattiva da tempo, uscirono pastose come il sangue che il suo amico ed amore Ramon aveva in corpo fino ad un attimo prima, e che ora macchiava quel terreno di dolore. Calia non era certa che fossero davvero suoni, o piuttosto illusioni maligne, come poteva essere tutta la sua vita. Tuttavia proseguì, con la rabbia e l’odio che le stridevano su denti.
“Dimmi allora perché in tutto questo tempo nessuno si è avvicinato a me, ha tentato di aiutarmi, di rimediare alla vita che mi avete distrutto.”
Calia cercò di trattenere le lacrime che sentiva affacciarsi dietro i suoi occhi, mentre la sua vita perdeva definitivamente un pezzo della sua energia impregnandosi della consapevolezza della scomparsa dell’unico suo amico, e di un amore da poco compreso. Garco non sembrava tradire nessuna emozione. Rispose semplicemente:
“Nessuno poteva avvicinarsi a te, queste sono le regole che il Male impose ai Tre Saggi. Se ciò fosse accaduto il Vortice sarebbe sceso a spazzare tutti noi. Negli anni però la comunità ha sentito sempre più insopportabile la consapevolezza di aver distrutto la tua famiglia, e pochi riuscivano a dormire. I Tre Saggi hanno cercato di gestire il profondo dolore di tutti, ma dopo anni di rimorso questo non era più sostenibile: a costo di perire tutti travolti dal Vortice la comunità, ed i Tre Anziani che la rappresentano, dovevano fare qualcosa. Si decise di rompere il Patto, e che Ramon sarebbe stato colui che avrebbe condotto la discesa verso il Male, nel cuore del bosco.”
Calia strinse forte il simbolo nella sua mano, brillante di luce viva, e scagliò parole taglienti con un filo di suono, come proiettili attraverso il fieno:
“Questo non è quello che mi ha raccontato Ramon”
“Ramon ci odia! Odia ogni singolo membro della comunità, per ciò che ti abbiamo fatto. Posso capirlo, ma non tollero la sua assoluta mancanza di fiducia nel nostro dolore, e nel desiderio di fare qualcosa per cambiare la cattiveria che abbiamo dentro. Lui ragiona come se fosse il solo ad aver sofferto lasciandoti lì, sola ed a morire. Non vede come nel cuore di ognuno di noi qualcosa si è spento e non si riaccenderà più. Tutti noi siamo morti quella notte di dodici anni fa, e noi bambini allora capimmo più di quanto gli adulti ci credettero capaci. Soffrii quanto Ramon a vederti lì, calpestata e picchiata dalla paura della gente. Volevo fermarli, dentro di me gridavo ma, come Ramon, non ero in grado di fare nulla. Incitarono anche me contro di te, ma rimasi lì a piangere, non potei venirti contro.”
Calia ascoltava riempire l’udito sopito da anni con una storia che contraddiceva tutto ciò che la sua mente ed il suo cuore sentivano e che Ramon le aveva confermato. Come una foglia secca, l’universo di odio e rabbia che aveva costruito dentro la sua prigione, vacillò sul ramo della sua anima, aiutato anche dal vento del perdono che Calia desiderava seguire per riavere una vita ed una famiglia, anche se non la sua vera famiglia, ma quella che questa famiglia aveva distrutto. Forse era quello il suo destino, elevarsi nel perdono infinito dei suoi giustizieri, e tornare ad accoglierli come l’unica forma di amore per lei.
In quel momento Ramon giaceva morto ai suoi piedi, e lei non aveva nessuno su cui appoggiarsi per combattere il Male che, in fondo, era la vera causa della sua tremenda sofferenza. Quel ragazzo, e la comunità che rappresentava, era tutto ciò di cui Calia poteva fidarsi, se avesse voluto, e potuto. Ma non poteva cancellare tutto ciò che Ramon rappresentava per lei, i suoi messaggi, le sue verità, la vita che aveva perso per la sua libertà dalla prigionia che quella comunità di uomini le aveva causato. Calia combatteva contro il bisogno di fidarsi, e lo faceva per amore del ragazzo che le aveva regalato la speranza. Ma il suo coraggio era pur sempre umano, e si chiedeva sempre più insistentemente se tutto ciò che conosceva fosse davvero il giusto punto di vista della sua vita di martire. La solitudine del suo cuore era così profonda e annientante che scoppiò su nell’alto di quel cielo malvagio per cercare di tirare giù accanto a sé l’anima in fuga dell’amato Ramon. [continua…]
© Andrea Orlando – 2012 – Tutti i diritti riservati