[…segue]
“È vero, Calia; Garco non è il mio vero nome, che non potrò mai conoscere: è il nome che ho scelto dopo che la comunità fuggì da te, il nome con cui ho cercato di cancellare la mia vita fino a quel momento, e la vergogna che quella vita portava con sé. Preferisco dimenticare il mio nome precedente insieme a tutto il dolore che rappresentava. In fondo quello stesso nome mi venne dato da chi mi trovò, e non è più legittimo.”
“Elma! Tu sei il ragazzo che arrivò un giorno al villaggio senza ricordare nulla della sua vita!”
“Si; sono l’orfano che anni fa giunse da solo al vostro villaggio”
“Perché non me hai parlato?”
“Non voglio che tu ricordi il bambino che per me è morto quella notte in cui fuggimmo tutti da te. Ora sono solo Garco, e vorrei rimediare a ciò che quel bambino non riuscì ad impedire. Desidero che tu mi veda solo così”
“Elma ma… eri solo un bambino. Perché prendi su di te la causa di ciò che mi è accaduto? Te, Ramon, gli altri amici, siete vittime come me della codardia e dell’egoismo dell’intera comunità; per me non avete alcuna colpa.”
“Non me lo perdonerò mai: e questa occasione che ho di poterti aiutare è l’unica possibilità di alleviare il senso di colpa che mi stringe ogni giorno i sensi ed il respiro. Elma non esiste più, è morto quando ha assistito al tuo martirio. Ti prego, non chiamarmi più così.”
“D’accordo. Ricordo il giorno in cui giungesti da noi, stremato, con pochi stracci addosso. Avevi un coraggio che mi impressionò. Che cosa ti successe, da dove venivi? È una storia che ci siamo chiesti continuamente da bambini.”
“Della vita precedente a quella nel vostro villaggio ricordo molto poco. Ho camminato per strade lunghissime, e per un tempo infinito. Ricordo animali, freddo, fame, ed un completo disorientamento. Ricordo come in una vita precedente una casa di legno ed una madre, ma sono solo pezzi di immagini. Non so come sono riuscito ad arrivare al vostro villaggio, ma grazie a voi sono rinato.”
“La comunità… qualcosa di buono in fondo lo ha fatto.”
“Credimi, Calia, il male che ti abbiamo fatto è imperdonabile, ma tanto bene è stato fatto prima. Io sarei morto a breve, e sono stato accolto come un figlio da tutti, e come un amico da voi bambini.”
“Ricordo che eri sempre molto silenzioso. Ti coinvolgevamo a fatica nei nostri giochi e nello studio. Sei così diverso da allora!”
“Quello che mi è accaduto da piccolo mi ha segnato per la vita, anche se non ricordo quasi nulla. Negli anni, durante il sonno, ho sempre avuto visioni orribili sulla mia vita prima della comunità. Le ho sempre avute da quando sono fuggito dalla casa in cui vivevo. Tutto ciò mi spaventava, mi impediva di reagire. Non sapevo con chi parlarne, ne avevo bisogno ma non volevo comportarmi da bambino. Mi sentivo già grande dentro, e questo mi isolava sia da voi che dagli adulti.”
“Devi aver sofferto anche tu moltissimo. Garco, perché dicesti che mi amavi?”
“Perché da quando sono giunto nel villaggio mi sei piaciuta all’istante, e per un bambino piacere e amare sono la stessa cosa. Sei stata il mio primo amore, Calia, e solo in quel momento ho avuto il coraggio di dirtelo.”
Calia ascoltava del tutto sorpresa il racconto di un ragazzo che fino a qualche istante prima era un nemico senza alcuno scrupolo e che in quel momento tornava ad essere il bambino spaventato che ricordava Calia nei suoi giorni di infanzia, venuto dal nulla, con dei segreti che si intuivano terribili e degli occhi che avevano il potere di trascinare sul bordo di quei segreti, senza permettere di comprenderli del tutto. Perché Ramon lo odiava tanto, che cosa era accaduto tra loro?
Mentre stava per chiederglielo Garco si fermò di colpo, ascoltando. Calia tornò di colpo alla realtà del bosco, al pericolo ed alla radura dove avrebbe affrontato il Male per vivere o morire.
“Che succede?”
Garco rimaneva immobile.
“Garco, che c’è?”
“Ho sentito un rumore”
Nel quasi buio della notte che stava nascendo due occhi rossi apparvero di fronte a loro, come tizzoni nel fuoco nero di quel bosco.
“Garco, i cinghiali!”
“Stai ferma lì, Calia.”
Garco, immobile, fissava gli occhi rossi del cinghiale che ora usciva parzialmente dal fitto della vegetazione. Sembrava si stessero parlando con lo sguardo, in un profondissimo e cupo scambio di pensieri. Calia rimaneva immobile, temendo di attirarsi addosso quello sguardo mortale che Garco sosteneva incredibilmente. In quel silenzio un fruscio la fece voltare, e altri due occhi rossi si posero pesanti su quelli di Calia che, terrorizzata, rimaneva immobile a subire quello sguardo diabolico. Fissandoli senza poterlo evitare, vide di fronte a sé una radura con un buco nel terreno, attraverso il quale, avvicinandosi, guardò sotto terra. Dal fondo di quella cavità Merito, Sondra, Codi e Ramon la guardavano con occhi spenti, come fossero in trance. Ramon, lentamente, sembrava svegliarsi e mentre si guardava intorno cercando qualcosa, Calia lo chiamò urlando con tutta la sua voce rinata, nell’amore della sua gioia. Lui volse lentamente lo sguardo verso di lei, le sorrise, poi si inchinò per prendere il loro pugnale e, d’improvviso, si avventò su sua madre immobile con una furia orribile. Calia si lasciò cadere urlando di orrore dalla sommità del buco e prima di piombare sull’assassino di sua madre si svegliò da quella visione.
Non seppe dire a sé stessa quanto rimase immobile catturata da quegli occhi, senza possibilità di distogliere i suoi, quando quelle pupille rosse si allontanarono scomparendo nel bosco, e Calia riuscì a voltarsi verso Garco. Come istanti infiniti prima, lui fissava i due occhi del cinghiale che, lentamente, scomparvero. A Calia sembrò che avesse un sorriso inquietante sul viso, ma appena lo raggiunse il volto di Garco le apparve invece stanco e provato. Non lo aveva mai visto in quel modo, nelle ore precedenti.
“Che cosa è accaduto, ho avuto una visione incomprensibile e spaventosa””
Gli chiese.
Garco tornò velocemente ad avere un’espressione distaccata. Anche lui aveva visto qualcosa:
“Ho visto una parte del mio passato, l’infanzia prima della comunità, ed ora ho più rabbia dentro di me di quanto ne abbia mai avuta. Tutto ciò ha un significato preciso. Il Male si stringe sempre più intorno a noi, siamo sulla strada corretta.”
Nel primo buio di quella prima notte nel bosco, una luna pallida come acqua in una pozza di melma riprese posto nel palcoscenico di quel cielo tenebroso. [continua…]
© Andrea Orlando – 2012 – Tutti i diritti riservati