conti tu o conto io?

Giovanni era davanti al camino, ancora assorto nel pensiero di cosa avrebbe detto sua madre se lo avesse scoperto lì, a chilometri di distanza da casa, l’ultimo giorno dell’anno, mentre lei lo pensava nel grande e lussuoso appartamento di Geremia in una tranquilla festicciola tra ragazzi. Il fuoco faceva quel rumore rilassante di legna morsicata dalle fiamme, che quasi sembrava una serie di segreti sussurri. Decise di smettere di pensare alla sua bugia, e godersi la serata. Il rumore dello sciacquone di quella piccola baita scassata gli confermò che era la scelta giusta. Dal bagno uscì Marzia, timida e bellissima e, anche se aveva gli occhi tristi, gli sorrise.

“E’ pronto” annunciò Ettore, che era da sempre il cuoco della piccola comitiva formata da loro due, insieme ad Agnese, la ribelle, e a Ludovica, l’artista, che però si era rotta il braccio a pallavolo e i suoi la tenevano chiusa a casa fino al nuovo anno, per sicurezza. Quella sera, al suo posto, Marzia avrebbe avuto l’occasione di guadagnarsi la sua entrata nell’esclusivo gruppo dei quattro. Agnese e Ettore raggiunsero Giovanni e Marzia in salone, e posarono i piatti di pasta al pesto, con una bottiglia di vino rosso, sul piccolo tavolino davanti ai due divani, che formavano una “L” di fronte al camino. “Oh, la specialità dello chef” – “Zitto e mangia, poi mi ringrazierai” – “A proposito, ma come hai trovato sto posto sperduto e agghiacciante” – “Internet, ovviamente, costava nulla e non saputo resistere” – “Recensioni?” – “Un paio, tutte positivissime” – “Bene, speriamo non ci ammazzino” – “Ho portato la mazza da baseball” – “Ah, beh, allora non c’è problema”.

Marzia e Agnese ridendo iniziarono a mangiare. Marzia mangiava in silenzio e velocemente, e più si avvicinava alla fine della pasta più sembrava incupirsi. Fu la prima a finire. Poggiò il piatto, e disse seria “Ragazzi, una cosa importante, è una antica tradizione della mia famiglia che cerchiamo di rispettare alla fine di ogni anno, e siccome questo è il mio primo capodanno fuori da casa ve lo devo chiedere”. “I ragazzi smisero di mangiare e si guardarono, trattenendo le risate”. Agnese era interdetta ma cercava di non mostrarlo troppo. “Dicci, che cos’è?” – “Dobbiamo decidere ora chi conterà gli ultimi dieci secondi prima della fine dell’anno”. Gli altri rimasero in silenzio, finché Ettore chiese ironico “E perché?” – “Perché se è qualcuno che ha un segreto troppo brutto e non lo ha mai rivelato a nessuno, gli spiriti dei miei antenati non ci lasceranno passare la notte”. I ragazzi non si trattennero più e scoppiarono in un coro di risate che coprì il rumore del fuoco. Agnese, invece, sembrava inquieta. “Che vuol dire, Marzia” – “Non lo so esattamente, perché siamo sempre stati attenti a chi contava, e non ci è mai successo niente; non volevo parlarvene, ma ora che si avvicina il momento sono spaventata. Nella mia famiglia si raccontano alcune storie di molto tempo fa. Strane storie, storie strazianti”.

© Andrea Orlando – 2021 – Tutti i diritti riservati