[…segue]
“Calia, quello che ti è successo è stata la conseguenza di un Patto che i Tre Saggi hanno stipulato con il Male che popola la foresta. Ricordi le strane morti che cominciarono ad affliggere la comunità? Noi eravamo solo dei bambini, ma molti membri cominciarono a morire in maniera insolita, ed i Tre Saggi si inoltrarono nella foresta per tentare un accordo con le forze che sapevano essere presenti nel bosco. Quell’accordo permise al Male di prendere la famiglia più pura di tutte, e di lasciarne un membro perché portasse il fardello della colpa, come simbolo dell’accordo con il Male, e affinché tutta la comunità fosse libera di continuare una vita lontano da questo luogo maledetto. Tu sei stata la prescelta, la purezza che il Male decise di prendere come ricompensa per la liberazione degli altri. La tua famiglia e tu, Calia, eravate i più sinceri di tutti. E questa è stata la causa della vostra scomparsa”
Gli occhi di Calia si accaldarono fino a spingere lacrime roventi al di fuori. Era la storia della sua seconda vita, dopo la morte della sua vitalità in quella notte di dodici anni prima; ma sentirne i dettagli, confermare le sue sensazioni ed intuizioni, comprendere chiaramente e senza nessuna possibilità di dubbio che la comunità la aveva concessa al Male per poter continuare a sopravvivere, distruggendo la sua famiglia e maltrattandola perché prescelta, trascinò via ogni residuo di pietà che albergava ancora nel suo cuore per quella gente. Calia maledisse con ogni cellula di sé stessa tutti i volti della sua infanzia, e giurò di portare vendetta a nome della sua famiglia per ciò che le avevano fatto. Ricordi confusi di suo padre Merito, di sua madre Sondra, e del suo piccolo fratellino Codi le vorticarono improvvisamente in testa, mentre tentava di afferrare la loro essenza contenuta in quelle immagini, ogni anno tristemente meno limpide per la sua mente che cresceva nella solitudine. Merito, Sondra e Codi, la sua famiglia, ciò che aveva di più caro al mondo, scomparvero troppo presto dalla sua vita, lasciandola sola contro un mondo di ombre. E la causa risiedeva nell’umano egoismo. Ramon continuava a raccontarle la sua storia.
“Ma quel Patto non è irreversibile. Esiste un modo per tornare sui propri passi, per accettare la condanna che il Male fece alla comunità, e sostenerla tutti insieme, uniti nel destino. I Tre Saggi ne parlarono quando fummo ormai lontani, e nessuno accettò di tornare e perire per restituirvi una breve vita insieme. Nascosero la consapevolezza di potervi salvare in uno spazio scuro in fondo alle proprie menti, e tentarono di dimenticare, di cancellare, di gettarci sopra il terreno bruciato della decisione presa. Ormai voi eravate stati donati al Male. Farsene una vergognosa ragione significava sopravvivere. Rimasi sconvolto e addolorato dalla capacità di ignorare una verità così forte da parte di tutta la comunità, e tentai spesso di farli ragionare, di scuoterli, di attaccarli. Cercai numerose volte di fuggire, e mi attirai l’inimicizia di tutta la comunità. Quello che non riesco a spiegarmi è perché, nonostante l’odio che ognuno mi riversava contro, i Tre Saggi non decisero di uccidermi. Più volte sono stato catturato dopo un tentativo di fuga, ormai ero un prigioniero senza gabbia, sorvegliato a vista da tutti, isolato, odiato. Poi una notte di un anno fa ho tentato di nuovo di lasciare il villaggio e solo Garco ha tentato di fermarmi, senza riuscirci. Lui che è il più forte e crudele della mia generazione, di molto superiore alle mie capacità combattive. La mia eccitazione non mi ha permesso di mettere a fuoco questa semplice verità. Ed ora scopro che i Tre Anziani erano sulle mie tracce e forse mi attendevano qui nei pressi del villaggio da tempo, dal momento che non era mistero per nessuno che sarei venuto da te. Dunque volevano che ti raggiungessi, ci volevano insieme, continuando a lasciarmi vivere. Non sono fuggito, mi hanno lasciato fuggire!”
Ramon ragionava da solo, dimenticandosi lentamente del pericolo in cui erano immersi e della ragazza che aveva giurato di proteggere. Aveva assecondato il piano dei suoi nemici, un insieme di direzioni che loro avevano previsto da lui, che lui non aveva saputo evitare, e di cui non riusciva a comprendere l’insieme generale. Era caduto in una trappola di cui ancora non vedeva i contorni. Prepotente, e di nuovo, lo avvolse la sensazione che tutto ciò che decidesse di fare si schiantasse nel suo opposto. Questa volta però decise di cacciarla non appena la sensazione si stava impadronendo dei suoi ragionamenti. Dovevano allontanarsi da lì e dovevano farlo subito. Tutto ciò che di male poteva aver fatto, tutto ciò che avrebbe potuto provocare con la sua volontà, era comunque meglio di quella situazione limbica in cui la sua Calia non aveva progressi, solo diversi livelli di stasi. Poteva ancora dimostrare a sé stesso e a Calia di essere in grado di cambiare gli eventi. Il suo bacio aveva avuto un effetto dirompente su di lui. Il calore della sua anima lo riscaldava dall’interno togliendo in parte le ombre che da sempre ne opacizzavano l’esistenza; inaspettato e sperato, si accorse che quel bacio era tutto ciò di cui aveva bisogno da sempre, da quando conobbe Calia ed ogni suo passo assumeva l’incertezza che ne avrebbe caratterizzato la vita. Ramon si scoprì di colpo a ringraziare la sua timidezza per amplificare in quel modo l’effetto del gesto più semplice e potente del mondo. Chiuse gli occhi un istante per riempirsi di quella nuova energia, prese per mano Calia e si addentrò nel bosco, seguendo i pochi appunti della sua mappa ed il disegno che indicava poco più avanti sulla destra la prima tappa del percorso da intraprendere, che i Tre Anziani avevano intrapreso dodici anni prima e rievocato in quella notte di gelo in cui Ramon ne ascoltò le confessioni.
Il primo albero da raggiungere doveva avere nelle sue radici il disegno del simbolo che condivideva e guidava la loro missione. E quasi certamente non era una trappola, perché i Tre Saggi ricordarono ignari di essere passati da lì per incontrare il Male nella radura al centro del bosco.
“Guarda”
Indicò Ramon. Gli occhi di Calia, ancora persi nell’eco mentale delle urlanti parole di Ramon, seguirono la direzione della mano fino ad individuare un albero poco più il là con una indubbia forma nelle sue radici. Ramon alzò davanti ai loro occhi il simbolo di vetro nato dalla solidificazione dei pezzi del bicchiere, in un tempo che sembrava ad entrambi lontanissimo ed era invece solamente il giorno precedente. Si accorsero solo in quel momento che la notte era diventata la nascita del mattino. La luce infantile del sole di quel nuovo giorno passava attraverso la trasparenza del simbolo deviando i suoi raggi indagatori nel vetro magico di quella piccola guida. A terra questi raggi diventavano nuove forme illuminando tentacolari pezzi di terreno, e isolando ombre che sembravano parlargli in lingue sconosciute.
“Ci siamo”
Diceva Calia con occhi eccitati. Si avvicinarono alle radici dell’albero, confrontando di nuovo la prima indicazione della mappa di Ramon.
“Si, il simbolo è nelle radici di quell’albero. Questo è l’inizio del percorso verso la radura”
[continua…]
© Andrea Orlando – 2012 – Tutti i diritti riservati