[…segue] Garco continuò la sua versione della realtà:
“Ramon ci odiava con una tale intensità che quando i Tre Saggi gli comunicarono la scelta che lui rappresentasse tutti i membri della comunità nella missione di rompere il Patto, pur con la possibilità di morire nella punizione della loro colpa, lui non credette ad una sola parola, e si scagliò contro tutti nella follia di essere il solo ad averti davvero nel cuore. Non solo rifiutò di rappresentare “degli animali travestiti da uomini” come ci chiamò, ma giurò che fino a quando non avesse cessato di vivere avrebbe sempre cercato la fuga per raggiungerti. Devo ammettere che mi sorprese vedere tutta quella determinazione in un ragazzo che ho sempre giudicato un folletto senza fegato, ma questo non aumentò di nulla la mia poca stima per lui. La comunità finalmente gli dimostrò di essere dalla sua parte, e la sua cieca convinzione gli fece rifiutare il nostro appoggio. “
Calia ascoltava stordita tutti quei nuovi elementi così diversi dai racconti di Ramon e dalle sue convinzioni, e non poteva crederci sebbene, sempre di più, il desiderio di farlo si diffondeva nelle pareti interne del suo coraggio. La sua voce rinata pochi istanti prima fu gelida.
“Non ti credo”
Garco non aveva reazioni, ma sembrava comprendere Calia.
“Capisco che tutto ciò è contrario all’idea e all’odio che hai deposto su di noi, ma la comunità è davvero cambiata. Quando Ramon rifiutò il nostro appoggio si decise di fargli credere di fuggire con le sue sole forze, e permettere così al più motivato di tutti noi di mettere la sua determinazione al tuo servizio. Era giusto e ragionevole che fosse lui a raggiungerti, perché la sfida al Male non può essere condotta da un cuore titubante. Quel vigliacco di Ramon, mi brucia dirlo, era il più adatto di noi, ed il più coraggioso nel suo bisogno vitale di aiutarti. I Tre Saggi mandarono me a seguirlo, dopo aver fintamente cercato di fermarlo. Credendo di essere riuscito a fuggire da solo, non avrebbe avuto sospetti su di noi, ed il suo cuore sarebbe stato libero di correre verso di te senza ombre. Io insieme a Gesua, uno dei Tre Anziani, ci siamo messi sulle sue tracce, ma il Vortice ha sorpreso anche noi e, mentre io sono miracolosamente scampato alla distruzione, sono rimasti solo Due Saggi alla guida della comunità. Ora prendo il posto del misero Ramon. Calia, non rinnego di essere un uomo con un cuore non proprio d’oro; io non piango per la morte di quel miserabile, ma sono pronto a dare la vita per te e per la tua libertà, perché anche io mi sento colpevole, anche io ho un onore, e anche per me la scomparsa della tua famiglia è una pena infinita. Ero un bambino anche io, ma non potrò mai dimenticare i tuoi occhi pieni di lacrime, il tuo piccolo corpo piegato a terra, eppure la straordinaria bellezza che avevi in quella notte di dolore infinito. Una bellezza che ora è più ruvida, ma che hai sempre. Ti aiuterò a raggiungere la radura nel bosco.”
Calia era sempre più confusa: gocce di indecisione cadevano sul suo cuore fermo, e attimi di cedimento sfioravano il desiderio di non ascoltare quel ragazzo che poco prima li aveva quasi attaccati con sembianze da demonio. Solo in quel momento si accorse che quei tratti infernali non erano più nei suoi lineamenti. Li aveva mai avuti? Aveva sognato, o semplicemente la paura e l’atmosfera infernale di quel luogo le avevano suggerito delle false visioni? Indietreggiò un poco spinta dal dubbio. Non si accorse del suo amore steso a terra, senza poter più replicare nulla, ed inciampò. Il simbolo di vetro, brillante come mai prima, si schiantò contro un albero, frantumandosi. Calia perse di colpo ogni sicurezza. A terra abbracciò il suo Ramon, e lo scoppio di una inaspettata gioia ruppe la disperazione del suo animo quando le sembrò che respirasse.
Improvvisamente un nuovo tremore del terreno fu seguito da un calpestio sempre più potente di zampe, e l’incubo appena sfumato dalla mente annebbiata riprese la nitidezza della morte che aleggiava su quel luogo: il branco di cinghiali emerse nuovamente dal bosco, a pochi metri da lei che, terrorizzata, guardò il ragazzo che le aveva presentato un nuovo senso della sua vita, tentando di ribaltare il suo odio. Gli animali infernali le si scagliarono contro, ma Garco fu un fulmine: la raggiunse, la prese e corse a velocità sovraumana lontano da quell’attacco del Male.
Mentre, sollevata da terra, volava sopra un terreno nero di morte, rami e foglie le graffiavano il corpo, e la soffusa luce filtrava dai rami in alto per bagnarle ad intervalli rapidissimi il viso. Il cielo era sempre a metà tra il chiaro e lo scuro, un crepuscolo uniforme. Il vento fortissimo ed il sobbalzare legata a quel corpo forte e rapido le impediva di ragionare, di temere e di sperare. Tutto quello che vedeva era Ramon, il suo amore, morto. Il resto non esisteva più.
La sua voce rinata chiamava quel nome in una cantilena di dolore.
“Ramon… Ramon… Ramon… Ramon… Ramon… Ramon… Ramon… Ramon…”
[continua…]
© Andrea Orlando – 2012 – Tutti i diritti riservati