la nota trovata

Sobbalzava come un balenottero fiero, fra la polvere zampillante sulle ruote e sotto una luna che levigava il cielo con la sua chiarezza. Sognante, la luna, stabile contro l’indecisione marciante di quel camper là sotto. Apparente indecisione, perché il conducente guidava con la sua meta negli occhi, dentro una pupilla che aveva un mondo dentro. Fuori dal vetro, davanti a lui e al suo camper, la sua vita gli andava incontro, e per quanto lui anche le correva addosso, non riuscivano ad incontrarsi per bene. Ma era ormai questione di minuti, quella sera la nota a lungo cercata lo aveva raggiunto, e quella canzone che scriveva da anni si era completata improvvisamente come l’apparizione di una cometa di altri tempi e spazi. La sua canzone, la sua ambizione, la sua emozione. Il festival sarebbe iniziato un’ora dopo, e fino a poco prima non avrebbe mai pensato di riuscire a partecipare, confermando così il timore ghiacciato di fallire, nonostante la promessa fatta a suo fratello, che era quella cometa lassù, fatta anche di quella nota finale. Ora la speranza era tornata potente a muovere il suo cuore, e il suo corpo, e il suo camper. Il morso freddo della delusione aveva lasciato il segno dei suoi denti sulla sua nuca, ma ormai quei segni stavano scomparendo, perché lui aveva la nota, e la sua canzone, la sua canzone per lui. “Arrivo, Fabrizio, questa notte è la nostra”. Così sfrecciava tra la polvere con il loro camper, che li aveva accompagnati in decine di avventure piccole e grandi, per giungere in tempo all’esibizione, e suonare per arrivare fino “all’infinito e oltre”. La frase di Buzz era sempre piaciuta a suo fratello, e quella sera si sarebbe realizzata. Il suo destino si trasportava su ruote cariche di tenacia e passione; il dolore stava tra di loro, ma era domato e stritolato. Due fratelli possono tutto, anche sballottare il fato e deviarne un po’ la traiettoria. Anche se solo per un attimo. La risonanza provocata, però, dura per sempre.